Recensione dello spettacolo Cucina Buona in Tempi Cattivi in scena al Teatro di Documenti dal 13 al 15 giugno 2019
Fa ben presagire vedere una platea piena di ragazzi, ansiosi di assistere ad uno spettacolo che inevitabilmente toccherà i loro animi.
Sebbene, il Fascismo sia stato abbondantemente sviscerato al teatro, sorprende in positivo il taglio che Franscesco Battaglia (autore) e Matteo Finamore (regista) hanno voluto dare al loro spettacolo: Cucina Buona in Tempi Cattivi.
Ad ispirare i due giovani è una storia vera, attraverso la quale hanno saputo rendere, in modo originale, gli eventi della seconda guerra mondiale, senza cadere nell’eccesso di dover trovare a tutti i costi la chiave geniale della narrazione.
Assistiamo alle peripezie di un giovane cuoco, Guido ( Paolo Madonna), costretto ad abbandonare la sua famiglia e la propria casa per rimpinzare le pance dei soldati e dei generali fascisti. Coinvolto in una guerra che non ha voluto ma che, ciononostante, si trova a dover combattere a suon di mestoli e pietanze per tornare finalmente a casa.
I luoghi in cui si svolge la vicenda sono l’Italia e la Grecia, la terra a cui Mussolini aveva promesso di “spezzare le reni” nel discorso del 18 novembre 1940.
Approdato in Grecia, Guido incontra vari personaggi interpretati di volta in volta da Andrea Carriero, Lorenzo Guerrieri e Sara Giannelli, che affiancano sulla scena Paolo Madonna. Il passaggio da un protagonista ad un altro avviene in presenza del pubblico che assiste al difficile compito dell’attore di smettere i panni di un personaggio per indossarne subito degli altri, restando concentrato sui tempi teatrali.
La narrazione è scandita dalle portate di un menu: di ogni pietanza gli attori ne spiegano al pubblico la preparazione, dall’antipasto al dolce.
Pochi elementi scenici richiamano alla mente degli spettatori le ambientazioni in cui si svolge la storia. Una bandiera, italiana o greca, per indicare il luogo geografico, è un chiaro esempio di come a volte basti un accenno di scenografia per accendere l’immaginazione del pubblico e introdurlo nei tempi e nei luoghi del racconto.
Nonostante la drammaticità del tema trattato, non mancano momenti di ilarità a cui il pubblico si lascia andare piacevolmente, smorzando un’ atmosfera inevitabilmente greve.
Cucina Buona in Tempi Cattivi tocca tutte le corde emotive dell’animo umano. Lo si intuisce da come la platea, al termine dello spettacolo, ha premiato l’impegno e il lavoro di questi giovani attori con un applauso lungo e sicuramente sentito.
Carmen De Sena
Fonte: La platea
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